Nota biografica
Giacomo De Troia, nato a Lucera (FG) nel 1961, di talento innato specie per l’attitudine al disegno, inizia molto giovane la sua attività creativa con terracotte ornamentali, ceramiche, vetrate d’arte per cappelle e monumenti funebri. La necessità quasi biologica di esprimersi tramite il linguaggio artistico, sfocia nella pittura.
Autodidatta, frequenta dei corsi per rafforzare il senso della proporzione e per affinare la capacità, di estrema importanza nel mondo pittorico, di destreggiarsi nel sottile “gioco” luce-ombra. Dopo un periodo di pensamenti e ripensamenti, ponderatezze, finalmente espone per la prima volta nel 1990 presso il circolo culturale “Strizzi” di Lucera limitandosi, con eccessiva cautela, ai molteplici lavori di grafica. L’anno successivo, già noto presso la sua città, viene invitato dalle autorità locali per una personale di pittura astratta presso l’edificio scolastico ex G. I. L. In tale occasione riscontra successo suscitando l’interesse di giornalisti ed amatori.
Nel 1995 De Troia, riservato e restio al clamore del pubblico lucerino, prende coscienza delle proprie doti arricchite da continue esperienze ed esperimenti personali, con ferrea volontà, decide di occuparsi con impegno di pittura, in breve di abbracciarne la carriera. E’ in codesto anno che, dopo una prestigiosa personale al MUSEO CIVICO DI VIESTE con quadri ad olio su tela, inizia la sua professione aprendo il laboratorio artistico denominato “ARTE STUDIO 95 “ .
Attualmente lavora in via Milano, 6 Lucera. Poco dopo incomincia ad intraprendere una serie di viaggi per contattare artisti di fama al fine di arricchire ulteriormente il già solido bagaglio pittorico. Dopo alcune mostre collettive, nel ’97 lo si ritrova in una personale di pittura, acrilico ed olio su tela presso la Pinacoteca VILLASORANZO di Varallo Pompia (NO) .Nel febbraio del ’99 si reca a Gabicce Monte (PS) e lì visita lo studio dell’impareggiabile Maestro Guerrino Bardeggia. Costui, vedendo la “buona mano” e la qualità dell’operato, lo invita ad entrare nel gruppo “ARTE PER LA VITA” fondato anni or sono dal Maestro medesimo. Nel marzo dello stesso anno espone presso il Castello di Montegridolfo e dal giugno al settembre è impegnato nei “martedì dell’arte” di Gabicce Monte, luogo di richiamo per gli amatori. A Cattolica presenzia ai “mercoledì dell’arte” invitato dall’organizzazione “ARTISTI DELLA REGINA”. Nell’ottobre viene chiamato a Villa Prati di Bertinoro (FO) dove espone per un intero mese. Nel 2000al Palazzetto dell’Arte di Foggia; alla Galleria Modigliani di Milano; con il Gruppo Galleristi Associati di Ancona, partecipa all’EXPO ARTE DI NEW YORK ed è pubblicato sulla rivista ART LEADER. Nel novembre del 2004 partecipa ad una collettiva presso la Galleria ARTECULTURA di Milano-Brera, dove riscontra successo suscitando l’interesse di Critici d’Arte, con Opere Quotate e Pubblicate sulla Rivista ARTECULTURA del Dott. MARTUCCI GIUSEPPE.
Dott.ssa CARRARO Donatella
Critico d'arte
Giacomo De Troia, nato a Lucera (FG) nel 1961, di talento innato specie per l’attitudine al disegno, inizia molto giovane la sua attività creativa con terracotte ornamentali, ceramiche, vetrate d’arte per cappelle e monumenti funebri. La necessità quasi biologica di esprimersi tramite il linguaggio artistico, sfocia nella pittura.
Autodidatta, frequenta dei corsi per rafforzare il senso della proporzione e per affinare la capacità, di estrema importanza nel mondo pittorico, di destreggiarsi nel sottile “gioco” luce-ombra. Dopo un periodo di pensamenti e ripensamenti, ponderatezze, finalmente espone per la prima volta nel 1990 presso il circolo culturale “Strizzi” di Lucera limitandosi, con eccessiva cautela, ai molteplici lavori di grafica. L’anno successivo, già noto presso la sua città, viene invitato dalle autorità locali per una personale di pittura astratta presso l’edificio scolastico ex G. I. L. In tale occasione riscontra successo suscitando l’interesse di giornalisti ed amatori.
Nel 1995 De Troia, riservato e restio al clamore del pubblico lucerino, prende coscienza delle proprie doti arricchite da continue esperienze ed esperimenti personali, con ferrea volontà, decide di occuparsi con impegno di pittura, in breve di abbracciarne la carriera. E’ in codesto anno che, dopo una prestigiosa personale al MUSEO CIVICO DI VIESTE con quadri ad olio su tela, inizia la sua professione aprendo il laboratorio artistico denominato “ARTE STUDIO 95 “ .
Attualmente lavora in via Milano, 6 Lucera. Poco dopo incomincia ad intraprendere una serie di viaggi per contattare artisti di fama al fine di arricchire ulteriormente il già solido bagaglio pittorico. Dopo alcune mostre collettive, nel ’97 lo si ritrova in una personale di pittura, acrilico ed olio su tela presso la Pinacoteca VILLASORANZO di Varallo Pompia (NO) .Nel febbraio del ’99 si reca a Gabicce Monte (PS) e lì visita lo studio dell’impareggiabile Maestro Guerrino Bardeggia. Costui, vedendo la “buona mano” e la qualità dell’operato, lo invita ad entrare nel gruppo “ARTE PER LA VITA” fondato anni or sono dal Maestro medesimo. Nel marzo dello stesso anno espone presso il Castello di Montegridolfo e dal giugno al settembre è impegnato nei “martedì dell’arte” di Gabicce Monte, luogo di richiamo per gli amatori. A Cattolica presenzia ai “mercoledì dell’arte” invitato dall’organizzazione “ARTISTI DELLA REGINA”. Nell’ottobre viene chiamato a Villa Prati di Bertinoro (FO) dove espone per un intero mese. Nel 2000al Palazzetto dell’Arte di Foggia; alla Galleria Modigliani di Milano; con il Gruppo Galleristi Associati di Ancona, partecipa all’EXPO ARTE DI NEW YORK ed è pubblicato sulla rivista ART LEADER. Nel novembre del 2004 partecipa ad una collettiva presso la Galleria ARTECULTURA di Milano-Brera, dove riscontra successo suscitando l’interesse di Critici d’Arte, con Opere Quotate e Pubblicate sulla Rivista ARTECULTURA del Dott. MARTUCCI GIUSEPPE.
Dott.ssa CARRARO Donatella
Critico d'arte
"El Matador" acrilico su tela cm 50x70
GIACOMO DE TROIA
Se Federico Fellini avesse incontrato l’arte di Giacomo De Troia ne sarebbe rimasto affascinato poiché il mondo nel quale si muovono i personaggi dipinti dall’artista non è tanto dissimile da quello raccontato e ‘dipinto’ negli indimenticabili film del celebre regista, dove gli uomini si confrontano ogni giorno con i loro sogni inesauditi, con le loro malinconie, con la loro sete di vita allegra e scanzonata ma ricca di una profonda e complessa interiorità. Personalissimi e abbagliante appare alla vista l’arte pittorica di De Troia che nei colori allegri, stesi con una tecnica originalissima, trasporta oltre la favola, in quella dimensione dove il cuore infantile si rifugia per non vedere il risvolto buio e drammatico di una società moderna alle prese con la corruzione, la violenza, la povertà spirituale. Nel dipinto El matador, il personaggio, emblema di un mondo assurdo, dove l’uomo si confronta in un gioco rischioso di morte e vita, inquadrato in una posa di probabile vittoria sul toro abbattuto, palesa un volto accostabile a quello di un burattino, a probabile conferma che il suo sfidare la morte si inserisce in quel ruolo teatrale ed inevitabile cui ogni soggetto umano è chiamato a rappresentare nel suo percorso di vita.
Se Federico Fellini avesse incontrato l’arte di Giacomo De Troia ne sarebbe rimasto affascinato poiché il mondo nel quale si muovono i personaggi dipinti dall’artista non è tanto dissimile da quello raccontato e ‘dipinto’ negli indimenticabili film del celebre regista, dove gli uomini si confrontano ogni giorno con i loro sogni inesauditi, con le loro malinconie, con la loro sete di vita allegra e scanzonata ma ricca di una profonda e complessa interiorità. Personalissimi e abbagliante appare alla vista l’arte pittorica di De Troia che nei colori allegri, stesi con una tecnica originalissima, trasporta oltre la favola, in quella dimensione dove il cuore infantile si rifugia per non vedere il risvolto buio e drammatico di una società moderna alle prese con la corruzione, la violenza, la povertà spirituale. Nel dipinto El matador, il personaggio, emblema di un mondo assurdo, dove l’uomo si confronta in un gioco rischioso di morte e vita, inquadrato in una posa di probabile vittoria sul toro abbattuto, palesa un volto accostabile a quello di un burattino, a probabile conferma che il suo sfidare la morte si inserisce in quel ruolo teatrale ed inevitabile cui ogni soggetto umano è chiamato a rappresentare nel suo percorso di vita.
Molto più eloquente appare il dipinto ‘Le Donne di Joy’. Qui la rappresentazione della realtà contemporanea è palesemente intuibile dall’aspetto disinvolto dei personaggi, dai particolari anatomici esuberanti delle due figure femminili le quali, con un abbigliamento volutamente provocatorio e con atteggiamenti allusivi evocano suggestioni erotiche, smorzate tuttavia da quella particolarissima atmosfera giocosa e quasi fiabesca che i colori vivaci dell’artista riescono a ricreare riportandoci al mondo fantastico degli artisti di strada.
L’immancabile strumento musicale, come si evince dalla produzione artistica visibile nel sito dell’autore, è segno distintivo della poetica pittorica dello stesso. L’arte e la musica sono mezzi con cui i drammi della vita vengono stemperati, ricacciati nel fondo della coscienza per essere dimenticati, salvo ad essere richiamati in superficie, dai colori e dai suoni, come nostalgiche e melanconiche esperienze vissute.
Dott.ssa ELENA QUIDELLO
L’immancabile strumento musicale, come si evince dalla produzione artistica visibile nel sito dell’autore, è segno distintivo della poetica pittorica dello stesso. L’arte e la musica sono mezzi con cui i drammi della vita vengono stemperati, ricacciati nel fondo della coscienza per essere dimenticati, salvo ad essere richiamati in superficie, dai colori e dai suoni, come nostalgiche e melanconiche esperienze vissute.
Dott.ssa ELENA QUIDELLO
"Le donne di Joy" acrilico su tela cm 40.5x68
GIACOMO DE TROIA E LA FASCINAZIONE DEL MISTERO
“Se volete la Verità andate da Dio, andate dal Vostro guru, dentro voi stessi, amici, perché quello è l’unico posto dove lo troverete”. (Peter Finch, in Quinto potere)…
Nell’attuale degrado sociale in cui cultura ed arte sembrano essere scadute a Kitsch, il linguaggio pittorico del DE TROIA, ispirato da una qualche Musa, è il veicolo di messaggi densi di valori umani, oltreché estetici. Infatti mentre sul pianeta terra domina, la grossolana razionalità tecnologica che spalanca le porte, già aperte, al NICHILISMO, il Nostro vuole riabilitare i più sacrosanti valori etici come, ad ex..l’amore per i propri simili. Il raro pregio artistico sta nel saper cogliere e cristallizzare nel GESTO pittorico quegli UNIVERSALI che stanno tramontando, offuscati ed uccisi dal frenetico ritmo di una vita quotidiana in cui non c’è spazio se non per la propria EGOITA’.
Questo mondo pittorico è, come dicono i fenomenologi, “messa in opera della vita”. Non solo. Mentre è indirettamente serrata critica della società, diventa medium espressivo di un Credo che invita il fruitore all’in te ipsum redi.Leggendo le molteplici opere del Nostro balza subito all’occhio una certa predilezione per il clown, l’immagine più consona al proprio modus essendi. Straziante figura tragicomica, ben luoghi dell’essere frutto di “goffe”mode, non è che allegoria della tragica condizione di molta umanità. Emblematico è, a tal proposito, IL SOGNO. Qui, in virtù di maestria tecnica e conoscenza anatomica captabili nella positura del corpo e delle mani in totale stato di abbandono, nell’ occhio triste che sogna un semplice altrove, è ottima la resa della profonda melanconia attinta all’amaro calice della vita. Metafisica, simbolismo, straniamento, allegoria, sono espressioni di un ES, che parla con i pennelli. Arte, quindi, che si presenta ad una lettura in chiave psicologica; sta all’ ermeneuta scavare, con tatto e discrezione quanto si cela nel profondo estrinsecato sulla tela. Pare di intuire una forte introspezione, frutto forse di una storia personale vissuta e sofferta negli interrotti e difficili sentieri di vita vissuta all’insegna del onirico: che siano sogni mai realizzati ? La grammatica pittorica di De Troia è pensiero, riflessione, metafora di realtà esistenziale, dialogo continuo con la propria interiorità, quesiti sull’ ENIGMA del vivere e sul mistero dell’essere – nel - mondo. Con pennellata sicura e meditata fissa entropicamente sulla tela attimi rimasti nello spessore della memoria e vissuti così intensamente da non essere più riproponibile nello stesso modo con il pennello.
Il Nostro, audace nell’andare contro – corrente, refrattario a “etichette” , alieno a ISMI e ad effimere mode, segue con costanza il suo stile personale attento al dettaglio, alla resa dinamica nel figurativo come in quell’ INRORMALE – FORMALE di taluni paesaggi che con cromie delicate alludono al mistero dell’Infinito.
Mentre il tempo ci uccide di minuto in minuto nell’ inesorabile panta rei, penetrando in questo microcosmo pittorico, trans – estetico, si prova l’ inebriante sensazione di vivere il minuto eterno, quasi un Inno alla vita e alle sfumature del creato: si tratta di forti emozioni che staccano dal qui e dall’ ora.
De Troia, seguendo con tenacia il calvario del suo iter pittorico, fa dono di sé al fruitore vigile che capta dietro l’immagine un poderoso retroterra umano – estetico, un urlo soffocato di richiamo a VALORI repressi dalla cosiddetta Modernità contraddistinta dalla categoria della velocità e della fretta. In definitiva Giacomo De Troia, grazie ad una maturazione interiore rara e sorretta da un radicato CREDO sembra aprire, in questo periodo di STASI e di ANT1 – ARTE, una rinnovata stagione di ESTETICA AUTENTICA.
Dott.ssa Donatella CARRARO
CRITICO D’ ARTE
“Se volete la Verità andate da Dio, andate dal Vostro guru, dentro voi stessi, amici, perché quello è l’unico posto dove lo troverete”. (Peter Finch, in Quinto potere)…
Nell’attuale degrado sociale in cui cultura ed arte sembrano essere scadute a Kitsch, il linguaggio pittorico del DE TROIA, ispirato da una qualche Musa, è il veicolo di messaggi densi di valori umani, oltreché estetici. Infatti mentre sul pianeta terra domina, la grossolana razionalità tecnologica che spalanca le porte, già aperte, al NICHILISMO, il Nostro vuole riabilitare i più sacrosanti valori etici come, ad ex..l’amore per i propri simili. Il raro pregio artistico sta nel saper cogliere e cristallizzare nel GESTO pittorico quegli UNIVERSALI che stanno tramontando, offuscati ed uccisi dal frenetico ritmo di una vita quotidiana in cui non c’è spazio se non per la propria EGOITA’.
Questo mondo pittorico è, come dicono i fenomenologi, “messa in opera della vita”. Non solo. Mentre è indirettamente serrata critica della società, diventa medium espressivo di un Credo che invita il fruitore all’in te ipsum redi.Leggendo le molteplici opere del Nostro balza subito all’occhio una certa predilezione per il clown, l’immagine più consona al proprio modus essendi. Straziante figura tragicomica, ben luoghi dell’essere frutto di “goffe”mode, non è che allegoria della tragica condizione di molta umanità. Emblematico è, a tal proposito, IL SOGNO. Qui, in virtù di maestria tecnica e conoscenza anatomica captabili nella positura del corpo e delle mani in totale stato di abbandono, nell’ occhio triste che sogna un semplice altrove, è ottima la resa della profonda melanconia attinta all’amaro calice della vita. Metafisica, simbolismo, straniamento, allegoria, sono espressioni di un ES, che parla con i pennelli. Arte, quindi, che si presenta ad una lettura in chiave psicologica; sta all’ ermeneuta scavare, con tatto e discrezione quanto si cela nel profondo estrinsecato sulla tela. Pare di intuire una forte introspezione, frutto forse di una storia personale vissuta e sofferta negli interrotti e difficili sentieri di vita vissuta all’insegna del onirico: che siano sogni mai realizzati ? La grammatica pittorica di De Troia è pensiero, riflessione, metafora di realtà esistenziale, dialogo continuo con la propria interiorità, quesiti sull’ ENIGMA del vivere e sul mistero dell’essere – nel - mondo. Con pennellata sicura e meditata fissa entropicamente sulla tela attimi rimasti nello spessore della memoria e vissuti così intensamente da non essere più riproponibile nello stesso modo con il pennello.
Il Nostro, audace nell’andare contro – corrente, refrattario a “etichette” , alieno a ISMI e ad effimere mode, segue con costanza il suo stile personale attento al dettaglio, alla resa dinamica nel figurativo come in quell’ INRORMALE – FORMALE di taluni paesaggi che con cromie delicate alludono al mistero dell’Infinito.
Mentre il tempo ci uccide di minuto in minuto nell’ inesorabile panta rei, penetrando in questo microcosmo pittorico, trans – estetico, si prova l’ inebriante sensazione di vivere il minuto eterno, quasi un Inno alla vita e alle sfumature del creato: si tratta di forti emozioni che staccano dal qui e dall’ ora.
De Troia, seguendo con tenacia il calvario del suo iter pittorico, fa dono di sé al fruitore vigile che capta dietro l’immagine un poderoso retroterra umano – estetico, un urlo soffocato di richiamo a VALORI repressi dalla cosiddetta Modernità contraddistinta dalla categoria della velocità e della fretta. In definitiva Giacomo De Troia, grazie ad una maturazione interiore rara e sorretta da un radicato CREDO sembra aprire, in questo periodo di STASI e di ANT1 – ARTE, una rinnovata stagione di ESTETICA AUTENTICA.
Dott.ssa Donatella CARRARO
CRITICO D’ ARTE